CASO 1
PALERMO
STUDIO ODONTOIATRICO MELILLI
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Endodonzia (“devitalizzazione” dei denti): consiste nell’asportazione del materiale infiammato o necrotico che si trova all’interno dei canali del dente e successivo riempimento dei canali con un materiale bio-inerte. Cura il classico mal di denti, la pulpite, gli ascessi, i granulomi, le cisti peri-radicolari.
Il trattamento endodontico è un intervento odontoiatrico ambulatoriale che si rende necessario quando la polpa (il tessuto molle interno al dente) è infiammata o infetta per un danno provocato da una carie profonda, dall’esito di interventi sul dente, o da un trauma (grave e improvviso o più leggero ma ripetuto) che ha provocato frattura o scheggiatura o incrinatura profonda.
La polpa dentaria, contenuta all’interno dei denti, popolarmente nota come nervo del dente, è in realtà un tessuto altamente specializzato costituito da vasi sanguigni, terminazioni nervose e cellule connettivali. La polpa si trova nella camera pulpare e nei canali radicolari.
A perturbare lo stato di salute della polpa possono intervenire varie situazioni patologiche, la più frequente delle quali è di gran lunga la carie dentaria, ossia la decalcificazione e distruzione progressiva dei tessuti duri del dente per l’azione di microrganismi presenti nella placca batterica. Se non si interviene tempestivamente la cavità prodotta dalla carie si ingrandisce e approfondisce ed estende finché la polpa viene raggiunta dai batteri con trasformazioni irreversibili dovute all’infezione. Quando si arriva a questo stadio la cura conservativa che consente di mantenere il dente evitando l’estrazione è la terapia endodontica, o cura canalare o anche più impropriamente devitalizzazione. In generale l’Endodonzia mira a conservare i denti che hanno ricevuto un danno grave della loro struttura che ha portato all’infezione e alla necrosi della polpa, con ripercussioni acute o croniche dei tessuti circostanti, più o meno dolorose.
Quali segni indicano la presenza di una carie?
La carie può non dare alcun segno precoce della sua presenza, oppure i sintomi sono tanto lievi da non indurre preoccupazione. Questo avviene soprattutto nei primi stadi, ma spesso anche di fronte alla completa distruzione del dente il paziente può non riferire alcun fastidio particolare e mostrarsi anzi sorpreso di quanto avvenuto senza dolore. Solo con il controllo periodico dal dentista – che va effettuato anche in assenza di dolore – è possibile verificarne la presenza fin dai primissimi stadi e intervenire con una terapia precoce e quindi limitata, minimizzando i danni e scongiurando dolori improvvisi e cure in regime di urgenza. Il dolore perciò, nel caso dei denti, non è un segnale di allerta affidabile e neanche un indice di gravità del danno: la soluzione è la visita periodica dal dentista.
L’eccessiva sensibilità al freddo è un sintomo da tenere in considerazione, ma non è un indice univoco della presenza di una carie. Oltretutto il segno del dolore al freddo o anche ai cibi dolci o salati è completamente assente nei denti già trattati endodonticamente. E’ la polpa la parte sensibile e se la polpa è in necrosi, o è stata asportata per una pregressa terapia canalare, questo sintomo viene a mancare. Da notare a questo proposito che la carie attacca indifferentemente e con la stessa intensità sia denti sani, sia denti precedentemente curati o devitalizzati.
Il danno dovuto ad una carie si estende in rapida progressione e se non intercettato in tempo porta inevitabilmente a fenomeni dolorosi di pulpite (infiammazione acuta) e necrosi (morte cellulare) della polpa del dente stesso. La cura in questa fase tardiva non è più la rimozione della parte cariata e un’otturazione più o meno estesa, ma è necessario il trattamento endodontico (o cura canalare, detta anche impropriamente devitalizzazione).
In cosa consiste il trattamento endodontico?
Il trattamento endodontico consiste nella rimozione della polpa infiammata e infetta, presente all’interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, e nella sua sostituzione con un’otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare, previa adeguata detersione e sagomatura dei canali radicolari.
Cosa si ottiene con il trattamento endodontico?
Il risultato è la risoluzione del dolore e inoltre il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, dopo un’adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di un dente integro. La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima. La percentuale diminuisce nei casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la procedura per un insuccesso precedente (errori d’esecuzione, complessità anatomiche, difficoltà oggettive).
Le fasi operative sono le seguenti:
Anestesia locale per neutralizzare il dolore anche nei casi con polpa ancora sensibile
Isolamento del campo operatorio mediante la diga di gomma (mezzo imprescindibile per una buona riuscita della cura canalare) consistente in un foglio di lattice di gomma teso da un archetto e bloccato sul dente da trattare in modo da mantenere pulito e asciutto il campo di lavoro e in modo da non fare ingerire al paziente liquidi e medicamenti.
Apertura della camera pulpare: accesso alla polpa attraverso una cavità preparata dal lato masticante del dente
Reperimento del o dei canali radicolari con l’ausilio di ingrandimenti ottici.
Misurazione della lunghezza di lavoro ossia la lunghezza di ciascun canale presente mediante una radiografia e un localizzatore elettronico d’apice (la dose di radiazione assorbita nell’esecuzione di una radiografia ad uso odontoiatrico è minima).
Strumentazione dei canali mediante strumenti endodontici che asportano la polpa canalare contaminata dai batteri e sostanze infette.
Lavaggi con ipoclorito di sodio, potente disinfettante, per ottenere un ambiente il più possibile pulito e asettico.
Eventuale medicazione intermedia tra una seduta e l’altra con una paste a base di idrossido di calcio.
Otturazione canalare mediante guttaperca, materiale plastico e bio-inerte associato a un cemento canalare
Ricostruzione della corona con otturazione diretta o intarsio indiretto, o eventuale corona in ceramica.
La Cura Canalare può far male?
Durante il trattamento endodontico il dolore è sotto controllo grazie all’anestesia locale. Un indolenzimento, che può essere soggettivamente più o meno fastidioso, può essere presente dopo la terapia, ma è facilmente controllabile con un comune analgesico. Raramente, in radici particolarmente infette, può svilupparsi un ascesso da trattare con terapia antibiotica L’insorgenza di queste complicanze non pregiudica necessariamente il successo del trattamento in corso.
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